Suor M. Jula Ivanišević
Kata (Sr. Jula) Ivanišević nacque il 25 novembre 1893 a Godinjak, presso la città di Nova Gradiška, in Croazia, dai genitori Nikola e Tera, nata Šimunović. Il giorno seguente, il 26 di novembre, fu battezzata nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio a Staro Petrovo Selo. Nella famiglia Ivanišević nacquero undici figli, dei quali cinque morirono in tenera età. Kata crebbe e maturò in un ambiente cristiano, in cui si pregava insieme, e la domenica e nelle feste, spesso anche nei giorni feriali, ci si recava alla santa messa.
Frequentò la scuola elementare nel proprio villaggio con risultati molto positivi, tuttavia, dopo la quarta classe, dovette interrompere la frequenza alla scuola a causa della povertà della famiglia, come è scritto nei documenti. Così a undici anni rimase a casa, aiutando i genitori in tutto ciò che era necessario. Già in quel periodo, i parenti si accorsero che Kata era una ragazza particolare e si distingueva dagli altri figli. Terezija, sua sorella maggiore, dichiara che irradiava bontà e che per tutti era un esempio di obbedienza ai genitori.
Mostrava un grande interesse per le biografie dei santi, che leggeva nel tempo libero oppure mentre custodiva le pecore al pascolo. Dopo aver letto qualcosa, lo raccontava ai bambini e ai compagni, i quali si radunavano volentieri attorno a lei.
C’è ancora un dettaglio di quel periodo che rivela Sr. Jula come una persona pronta al sacrificio, al digiuno e alla rinuncia. Infatti, all’età di dieci anni fece voto personale di non mangiare la carne. Ma noi non conosciamo l’intenzione del suo digiuno. La nipote Sr. Ljiljana Abianac dichiara: “Volendo seguire l’esempio dei santi dei quali leggeva la vita, offriva agli altri bambini, dal cibo che i genitori le davano quando andava a pascolare le pecore, il lardo, e lei prendeva soltanto il pane. Non mangiò la carne fino a quando non entrò in convento”.
Nella giovinezza era ritenuta una ragazza molto modesta, naturale e discreta nel comportamento e nei vestiti. L’attraeva di più il silenzio e la preghiera che la danza e il divertimento. Con le amiche visitava spesso la chiesa a Zapolje e a Staro Petrovo Selo, dove volentieri guidava le devozioni popolari. Nel profondo del cuore sentiva la forte chiamata di Dio. Per questo diceva di non volersi sposare, poiché preferiva “servire Gesù”. Tera Ivanišević, una sua amica, racconta: “Mi ricordo bene di Kata. Da ragazze eravamo in buoni rapporti. Era sempre pia, fin dalla giovinezza. (…) Quando partì per il convento, si congedò da noi e ci disse che andava a servire Gesù”.
Quando ebbe diciotto anni, Kata manifestò il suo desiderio e la sua decisione ai genitori. La madre, però, si oppose alla sua decisione. Su questo riferisce la nipote Anka Horvatović: “Mia mamma (sorella maggiore di Sr. Jula) ci diceva sempre che la zia Kata voleva andare in convento, però sua madre non le diede il permesso perché lei era la sua mano destra e non poteva lasciarla andare. Diceva che, finché fosse vissuta, non l’avrebbe lasciata”. Nel frattempo, Kata si rivolgeva con fervore a Dio. Siccome doveva curare la madre malata, la sua entrata in convento fu rimandata a due anni dopo. Poté realizzare la sua vocazione dopo la morte della madre.
Nel 1914 fu accolta nella Congregazione delle Figlie della Divina Carità a Sarajevo. Dopo alcuni mesi dedicati all’apprendimento della lingua tedesca, partì per Vienna, nella Casa madre, dove incominciò la sua formazione religiosa. In quel tempo, infatti, la Congregazione non era ancora divisa in province, perciò, fino al 1919, le case di formazione erano a Vienna. Da candidata e postulante, Kata rimase per un anno a Breitenfurt, presso Vienna, poi entrò nel noviziato e ricevette il nome suor Marija Jula. emise i voti temporanei il 16 agosto 1916 nella chiesa Madre Ammirabile a Vienna, e quelli perpetui 29 luglio 1923 nella chiesa Regina del Santo Rosario a Sarajevo. Nella stessa Congregazione entreranno, in seguito, anche la sorella minore Mara, tre nipoti e una pronipote.
Dopo la professione dei voti, Sr. Jula lasciò l’Austria e partì per la Bosnia. Nel corso della vita religiosa, svolse diversi servizi: dai lavori di casa a quelli faticosi nei campi (fattorie della Congregazione), agli incarichi nell’orfanotrofio (a Zagabria) e, più volte, di superiora della comunità. Da junior visse per sette anni a Breške vicino a Tuzla, in una comunità che si occupava di lavori agricoli. Le sorelle di quella comunità la ricordano per le sue molte qualità, specialmente per l’obbedienza e per la sollecitudine.
A causa della salute indebolita e dei problemi di cuore trascorse un anno a Sarajevo per riprendere le forze, poi ritornò all’attività quotidiana, assumendo anche nuovi incarichi. Il suo comportamento irradiava una particolare forza spirituale che trasmetteva anche agli altri. Nell’elenco biografico delle sorelle della Provincia, di lei c’è annotato: “Quello che mancava alla sua fermezza e alla sua forza, lo suppliva nel suo servizio con la premura, la calma e la pazienza”. Viene inoltre sottolineata la sua grande fiducia nella Provvidenza di Dio, con la quale superava tutte le situazioni difficili.
Nel 1932 fu nominata superiora della comunità di Pale, dove rimase fino al giorno del sequestro, l’11 dicembre 1941. Grazie alla bontà e maturità spirituale di Sr. Jula, nella comunità dominava uno spirito di unione, di preghiera, di sacrificio e di amore.
Sulle sue qualità umane e morali sono conservate varie testimonianze, soprattutto delle sorelle che venivano spesso a Pale per riprendere le forze o per prestare aiuto. Suor Imakulata Orban la ricorda come un’anima angelica, gentile e dinamica, sempre pronta ad aiutare o a fare qualche favore. Il suo profilo spirituale viene sintetizzato così: “Assidua e piena di entusiasmo per la sua vocazione. Da superiora, ragionevole e giusta. Per le suore della comunità era una vera sorella e una vera madre, perciò le volevano bene e la rispettavano”.
Anche le altre sorelle riconoscono Sr. Jula come una religiosa esemplare, che viveva in continua comunione con Dio: irradiava una pace particolare e un’armonia interiore. Nel registro dei necrologi delle sorelle, di Sr. Jula è scritto: “Ha avuto grande fiducia nella Provvidenza Divina e mai aveva paura di non essere esaudita”. La fiducia era frutto della sua preghiera profonda e della devozione serena allo Spirito Santo.
La ricordano come donna piena di comprensione, che con la sua semplicità influiva piacevolmente su tutti intorno a sé. La ritenevano una sorella santa. La sua nipote Anka dichiara: “Quando andavo a visitarla a Josipovac, vicino a Tuzla, accanto a lei mi sentivo sempre felice, come se fossi presso una santa”.
Da alcune sue lettere conservate, rispecchia la bellezza del suo animo, una vera umiltà e una devozione infantile alla Vergine Maria. In una di esse consigliava la nipote, Sr. Ljiljana, allora giovane ragazza: “Cerca con tutte le forze di seguire la Vergine santissima, particolarmente nella sua modestia e nell’umiltà. L’umiltà è il fondamento di ogni virtù, e la superbia è l’inizio di ogni male”. Pienamente cosciente della propria debolezza, se non sostenuta dalla grazia di Dio, nella stessa lettera continua: “Tutti siamo deboli e miserabili finché viviamo in questo mondo, perciò abbiamo bisogno di molte grazie e dell’aiuto di Dio. Prega spesso, anche se brevemente, perché solo la preghiera ci salverà dalla perdizione”.
Suor Jula subì il martirio all’età di 48 anni.