Suor M. Antonija Fabjan
Jožefa (Sr. Antonija) Fabjan nacque il 23 gennaio 1907 nel villaggio sloveno di Malo Lipje (non distante da Novo Mesta) che allora apparteneva alla parrocchia di Hinje, e oggi alla parrocchia Žužemberk. Era la terza dei cinque figli di Janez e Jožefa, nata Kralj, la quale accettò tre figli precedenti di Janez dopo la morte della prima moglie. Nel 1911 il padre, Janez, si ammalò e morì: la madre rimase sola con otto figli. Era costretta a coltivare la terra per sostenerli, senza trascurare di educarli nella fede. La sorella minore di Sr. Antonija, Amalija, sposata Pružan, racconta: “Non aveva cura soltanto di sostentarci, ma anche di educarci spiritualmente. In casa si pregava ogni giorno, e la domenica si andava alla santa messa”.
La madre riponeva una grande speranza in Jožefa, la maggiore delle figlie. A causa della situazione della famiglia, nonostante che fosse intelligente e dotata, frequentò soltanto quattro classi della scuola elementare. In quel periodo la madre si ammalò gravemente e lei dovette curarla. Nel 1918 la famiglia fu colpita da un forte dolore e da una nuova perdita: la morte della madre. Così i figli, ancora minorenni, rimasero orfani di entrambi genitori, e dovettero farsene carico i parenti. Jožefa aveva appena undici anni e fu assegnata alla zia Marija Poznik, donna molto devota che continuò a formarla nello spirito cristiano e a consolidarla nei veri valori perché fossero il suo orientamento nella vita.
Un giorno Jožefa confidò alla zia di volersi consacrare a Dio nella Congregazione delle Figlie della Divina Carità. Nell’aprile 1929 lasciò la Slovenia e partì per la Bosnia, per cominciare a Sarajevo la formazione alla vita religiosa. Già da candidata, si mostrò molto obbediente e coscienziosa nel lavoro. Nel marzo 1930 entrò nel noviziato e ricevette il nome suor Marija Antonija. Nel secondo anno di noviziato e durante la preparazione alla professione dei voti, la sua maestra fu sr. Berchmana, religiosa saggia ed esperta, con la quale avrebbe ricevuto più tardi la palma del martirio. Tra le altre sue qualità che furono notate, nella relazione prima della professione dei voti, la maestra scrisse: “Entusiasta per la vita religiosa e coerente negli obblighi della vita religiosa”. Il 19 marzo 1932 emise i voti temporanei, e cinque anni dopo, il 28 agosto 1937, quelli perpetui.
Suor Antonija si occupava dei lavori nell’orto, in lavanderia e nei campi, nelle comunità che sostenevano le opere educativo-istruttive della Congregazione. Presto si mostrarono i primi problemi di salute, per cui fu mandata a Pale per riprendersi, e quando la sua salute rifiorì, ritornò ai propri incarichi. Due anni più tardi, nel 1936, fu sottoposta ad un intervento chirurgico e, dopo il ricupero, fu trasferita a Pale, ove rimase fino al martirio.
Sulle sue qualità umane e religiose sono conservate le testimonianze delle sorelle che la conobbero. Suor Ljudevita Torbašinović dichiara che, già dall’inizio della vita religiosa, “prendeva sul serio la propria vocazione”. Questo afferma anche sr. Vinka, la quale ebbe occasione di vivere insieme con lei e di conoscerla da vicino: “All’inizio, non mi sono avvicinata molto a lei, perché mi sembrava un po’ troppo seria. Però, lavorando e vivendo insieme, mi sono avvicinata alla sorella e mi sono convinta che era una religiosa molto buona. Sebbene il nostro lavoro, nel gran caldo estivo, fosse molto faticoso, noi facevamo tutto per amore di Dio”. Ricorda che era pia, coscienziosa e molto diligente, e questo la stimolava ad una vita religiosa sempre più coerente. Era un esempio per lei, soprattutto nella seguente testimonianza: “Mai la sentii parlare contro le superiore oppure contro qualche sorella”.
Tutte le sorelle rilevano che parlava poco, ed era una persona stabile e ragionevole. Parlava soltanto quanto era necessario e utile per il prossimo, oppure sulla vita spirituale. Suor Valerija è molto impressionata della sua tranquillità, frutto del suo lavoro costante alla propria formazione spirituale. Sulla sua ragionevolezza, scrive: “L’equilibrio era una peculiarità del suo carattere tranquillo. Era piena dello Spirito di Dio”. Poi riassume brevemente il suo intero profilo spirituale: “Sorella modello, che con il suo esempio splendido e con la vita laboriosa attirava all’imitazione”.
Suor Ligorija ricorda il principio della sua vita, appreso dalla zia, sua educatrice. Lei racconta: “Quando Sr. Antonija viveva insieme con me a Betanija, mi raccontò che la zia le diceva sempre: ‘Se qualcuno ti fa del male, tu fagli del bene’, così come sta scritto nel Vangelo. Lei si atteneva sempre a questa regola”.
Nei necrologi delle sorelle, su Sr. Antonija è annotato che si distingueva soprattutto nell’obbedienza e nell’umiltà, da come appariva dal suo rapporto con Dio e con gli altri. Il lavoro nell’orto e in lavanderia, come anche altri servizi domestici, la portarono a scoprire il valore e la bellezza delle piccole cose, perciò non aspirava a quelle troppo alte.
Amava Dio sopra ogni cosa, offrendogli con amore tutto ciò che faceva durante la giornata. Il suo lavoro era pervaso di preghiera. Andava spesso in cappella dove pregava silenziosamente e in raccoglimento”, ricorda Sr. Anita Vlahović.
L’amore verso Dio faceva scaturire in lei un particolare amore verso il prossimo: nei necrologi, di lei è scritto: “Mai dovevamo chiederle un favore, perché ella stessa scorgeva i nostri bisogni ed era sempre pronta ad aiutarci”.
Suor Antonija subì il martirio quattro anni dopo i voti perpetui, all’età di 34 anni.